La forma è solo l’espressione plastica della funzione?
Psicologia, Cinognostica, Anatomia e Morfologia funzionale del cane da caccia
A completamento della presentazione dell’allevamento, ci pregiamo illustrarvi degli spezzoni del nostro ultimo scritto.
Quello che ci guida nella selezione si discosta da quella parte degli allevatori (a cui purtroppo manca principalmente una preparazione tecnico-scientifica) che si basano esclusivamente su un’esperienza tramandata e forse un po’ obsoleta.
L’esperienza è sì importante, ma da sola non basta e porta a risultati altalenanti che trovano il loro massimo risultato più sull’estemporaneità di una momentanea fortuna piuttosto che su dati di fatto.
Dall’altra, può essere che lo studio sembri noiosamente accademico (vedi bibliografia dell’ultima pubblicazione), ma non è possibile riconoscere i punti deboli di un Setter Inglese senza sapere ciò che li rendere deboli e, per esempio, quale modifica meccanica li potrebbe compensare o correggere.
Noi alleviamo cani come devono essere e per funzionare efficientemente piuttosto che tentare la sorte su di una incerta fortuna basata solo su accoppiamenti e rassicurazioni di utilizzare i campioni dell’allevamento Tal dei Tali. I campioni sono importanti tanto quanto l’analisi dei loro rispettivi difetti morfologici. E rimangono storia a sé quando non si cerca di attingere ai “lati positivi” (oscurando con incroci ripetuti quelli negativi) che questi esprimono.
Eravamo scettici ed abbiamo atteso qualche tempo prima di mettere on-line il nostro modo d’intendere la selezione del Setter Inglese. Questo perché leggendo ciò scritto nei siti internet di altri allevatori ci siamo resi conto di quanto inattendibili e fuorvianti siano molto spesso i loro contenuti. Al contrario di ciò che vi viene raccontato, non parleremo di superlativi soggetti, non cercheremo di convincervi che possa esistere il cane da ferma specialista nato dall’accoppiamento di due cani “specialisti”:
per questo basta la Scienza
. Per noi (che non vogliamo convincere nessuno), come per le Scienze applicate al cane, esistono solo soggetti che nascono predisposti per la caccia, che si adattano intelligentemente ai voleri del conduttore (sia esso un purista o modesto cacciatore) e le cui doti possono essere sviluppate e raffinate in territori difformi, ove vive questa o quella specie. Solo il singolo soggetto, poi, crescendo e maturando le sue capacità venatiche, può mettere a volte in evidenza la predilezione per una delle specie insidiate. Ma rimane una predilezione che non afferma il disinteresse nella rimanente selvaggina.
Chi avrà la pazienza di leggere e cogliere le sfumature, capirà il senso del nostro modo di allevare il Setter Inglese. Anche se non concorde, certamente si avvantaggerà dal confronto con le nostre idee.
Buona lettura.
Recensione a cura di…
Con Renato sono accomunato dalla passione per la Natura, la selvaggina, i cani ed il rigore scientifico. Abbiamo una passione cinofila relativa a razze che di primo acchito potrebbero sembrare piuttosto diverse, svolgendo un lavoro così diverso: i fermatori dalla grande cerca Setter Inglesi, e gli incalzanti cespugliatori dalla cerca ristretta Springer Inglesi.
In verità, l’amore per il cane di pura razza derivante dai “nobili lombi”, l’attenzione alla selezione a 360°, ed il rigore nella valutazione dei propri prodotti, ci accomunano in qualche modo a quel celeberrimo cinofilo e falconiere d’oltremanica che rispondeva al nome di Sir William Humphrey. Che, come risaputo, dedicò l’intera sua vita ad allevare e perfezionare Setter Inlgesi puri Llewellin sotto gli affissi Boundhu e Wind’m e, per chi non lo sapesse, proprio Springer puri Caistor sotto l’affisso Horsford.
Ebbene: sia io che Renato deriviamo, oltre che le principali passioni di questo eminente cinofilo (lui Setter e Falchi, io gli Springer), proprio una parte importante del suo lavoro di selezione cinofila, dal momento che i più importanti antenati dei nostri cani vivevano proprio nel canile di Sir Humphrey.
Ma, al di là di questa aneddotica che mi è comunque sembrato curioso riportare, il mio grande apprezzamento va al grande, preciso, compente e scientifico lavoro prodotto da Renato, che aggiunge una tessera a suo modo inedita al pur ampio panorama della letteratura cinotecnica italiana, non foss’altro perchè in esso è riuscito a condensare tutta una serie di informazioni e conoscenze all’avanguardia, semmai soltanto disponibili in testi in lingua inglese.
Ritengo pertanto che questo importante lavoro sia destinato a divenire una ghiotta opportunità cognitiva per il cinofilo esperto e navigato, ma sarà al contempo altrettanto utile al neofita che, pur non potendo apprendere fino in fondo molte terminologie tecniche, grazie ad una chiara e rigorosa esposizione scientifica, riuscirà comunque a farsi una ben più chiara ed organica idea di una cinotecnia e cinofilia di avanguardia, branchie che in Italia sono per lo più basate su un largo empirismo, talvolta anche in interi settori di “addetti ai lavori”.
Federico Vannucci
All.to di Val Brandeglio